Che cos'è donne prigioniere
Donne prigioniere è un progetto che nasce per parlare e attirare l’attenzione su un problema di cui molti fanno finta che non esiste, specialmente persone molto vicine alle vittime. Sono storie e testimonianze vere di donne che, in qualche modo, hanno subito e subiscono violenza, non solo fisica ma anche mentale. È una raccolta di immagini, attraverso le quali, voglio raccontare la paura, il terrore, il segreto più intimo e profondo, che ogni donna, vittima di questi abusi, porta dentro sé in una sorta di prigionia mentale. Una specie di Halkatraz della mente, dove sono racchiusi e tenuti segretamente prigionieri questi drammi che spesso si vivono tra le mura domestiche. Scopo di questo racconto fotografico, è rendere artistico ciò che di artistico non ha davvero niente richiamando l’attenzione di chiunque voglia soffermarsi a riflettere, sulla sofferenza più occulta. Spero di far aprire gli occhi a chi non riesce o non vuole vedere queste prigioni invisibili che spesso si celano dietro gli occhi tristi delle nostre figlie delle nostre madri o sorelle. E spero così di dare coraggio a queste prigioniere della paura a trovare la forza di liberarsi da queste catene che impediscono di parlarne così da potere ritrovare la propria libertà e ricominciare a vivere.
Damiano Macaluso
Ogni foto racconta una storia, dietro ognuna di queste immagini c'è una storia vera. Alla fine di questa galleria giù in basso ci sono le schede corrispondenti ad ogni foto con la storia che ha ispirato la foto.
Le storie sono chiaramente rielaborate, (ringrazio per questo la professoressa nonché mia carissima amica Maria Rosaria Cammarata) quasi rese delle poesie per renderle più fruibili perché sono lunghe e davvero angoscianti.
Nelle schede sono anche presenti i crediti di tutti quelli che con la loro disponibilità ( a titolo gratuito ) hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto. Ancora grazie a tutti.
..siamo sulla terra ferma le nostre ferite le dobbiamo togliere di dosso e stenderle al sole ad asciugare, i nostri nudi galleggiano sul mare di pensieri. Abbiamo sindromi di dolori nascosti palesemente ovvi. Ogni costola. Ogni ruga. Ogni cicatrice lascia solchi indelebili che nessun'onda del mare si porterà mai via se noi non decidiamo di seppellirle nella sabbia.